Appendiabiti…SI!

L’appendiabiti nelle nostre case ha sempre dato il benvenuto all’ingresso per ospitare cappelli, soprabiti, giacche e ombrelli; rappresentando un complemento d’arredo caldo e familiare.

Nel corso degli anni ha subito varie trasformazioni nelle forme: moderne e stilizzate, nelle dimensioni e in ultimo nell’impiego di materiali differenti.

L’utilizzo della gruccia per appendere gli abiti nel guardaroba risale all’ epoca Vittoriana quando fu necessario inventare qualcosa per gonne, crinoline e abiti vaporosi per evitare si sgualcissero.

Nel 1869 un filo metallico legato ad un gancio per abiti fu brevettato da OA North of New Britain, Connecticut.

Così dal 1900 al 1906, negli USA furono brevettati circa 190 modelli (evoluzione di quelli ottocenteschi), il semplice appendiabiti era diventato indispensabile, e centinaia di disegni e modelli furono brevettati e registrati presso l’ufficio brevetti degli Stati Uniti.

Si narra che fu Thomas Jefferson  ad inventare il prototipo del gancio di legno per i vestiti, ma  a passare alla storia fu un disegnatore di paralumi, Albert Parkhouse un dipendente di Timberlake Wire and Novelty Company a Jackson, Michigan. Parkhouse creò il dispositivo che ora conosciamo come appendiabiti in risposta alle lamentele dei colleghi dell’ufficio perché non c’era abbastanza posto per riporre i soprabiti.

Nel 1932 Schuyler C. Hulett depositò un brevettò di gruccia migliore, in grado di tenere gli abiti più dritti. Solo nel 1935 venne aggiunta la barra inferiore a opera di Elmer D. Rogers.

Oggi gli appendiabiti sono oggetti a cui si sono ispirati molti designer dandone una rappresentazione pratica ,funzionale e, spesso, divertente; sono realizzati in legno, filo metallico, plastica e raramente di sostanze in gomma, tra questi alcuni sono imbottiti con materiali pregiati come il raso.